I diversi tipi di canoa

Si fa presto a dire canoa, io ci ho messo un po’ a capire quali fossero le canoe e quali no perché sotto il nome generico di canoa ci sono vari tipi di imbarcazioni. Ho poi scoperto che in realtà è molto facile capire se si tratta di una canoa e non sbagliare. Se per muoverla si usa una pagaia allora quella è una canoa. Attenzione nemmeno tutte le pagaie sono uguali per queste ragioni voglio provare a fare un po’ di chiarezza cercando di descrivere brevemente i principali tipi di canoe.

Provando anche a scoprire insieme un minimo della storia di questa imbarcazione e delle loro lontane origini.

Canoa Canadese

Le origini: La canoa canadese, come si evince dal suo nome, è originaria della zona che oggi chiamiamo Canada, il territorio dei grandi Laghi dove i nativi americani per spostarsi usavano questo tipo di canoa. Si, proprio loro gli indiani d’America. Erano loro che costruivano le prime e originarie canoe canadesi e lo facevano con delle semplici cortecce. Venivano generalmente realizzate in corteccia di betulla, ma in mancanza di queste piante anche con la corteccia di altri alberi e usavano le loro canoe per spostarsi lungo laghi e i gradi fiumi che attraversano quel territorio meraviglioso e sconfinato. Solo successivamente alla scoperta delle Americhe e la contaminazione dall’incontro con gli europei gli indiani d’America iniziarono a realizzarle in materiali diversi come la tela e ancora per molto tempo le canoe restarono l’unico modo per muoversi nella regione dei Grandi Fiumi.

native american canoe

La forma. È facile riconoscere una canoa canadese grazie alla forma della prua e della poppa che sono appuntite e rialzate, caratteristica che la rende inconfondibile. Le dimensioni di una canoa sono variabili e dipendono dal numero di occupanti. Una canoa biposto misura generalmente tra i 4,40 metri e i 4,80 metri. Altra caratteristica delle canoe canadesi è che sono aperte e questo ci consente di caricare anche attrezzatura da pesca o sacche per portare con noi il necessario per un’escursione. La stabilità dipende soprattutto dalla sezione dello scafo, che può essere a fondo piatto, arrotondato o a V. La seduta può essere su seggiolino fisso o in ginocchio, la tradizionale posizione in ginocchio è quella che assicura la migliore governabilità della canoa canadese.

Il tipo di pagaia: Le pagaie per le canoe canadesi hanno una sola pala e ne esisto tre tipi:

  • per le acque piatte ha il pomello di forma ovale per ottimizzare la maneggiabilità.
  • per le acque più mosse sono dotate di un pomello a T, per rendere più sicura l’impugnatura.
  • per raggiungere velocità elevate l’asta è leggermente inclinata, per imprimere più forza alla pagaiata, spostare più acqua e dunque andare più veloce

 

L’uso: La canoa canadese nasce come abbiamo visto per il territorio nordamericano dei Grandi Laghi e per trasportare carichi e muoversi su questo territorio. Questo la rende adatta ancora oggi al touring in acque calme, essendo aperta e con una scarsa stabilità non è idonea al mare o ad acque mosse.

Nelle versioni olimpiche, le canoe canadesi sono oggi molto strette e con uno scafo a V con equipaggi singoli C1, doppi C2, o da quattro atleti C4

Indicato per: a chi consiglierei una canoa canadese? Io la vedo indicata per un’esperienza all’insegna della natura, magari durante un viaggio o una vacanza al lago o fluviale, dove sarebbe bello fare escursionismo cogliendo l’occasione di provare questa canoa che conserva il fascino delle sue lontane origini, una bella esperienza per tutta la famiglia. Può essere anche una buona idea di acquisto per chi ha la casa al lago come alternativa ad una barca a remi, consentendo piacevoli “passeggiate” sulle acque e per chi ne fosse appassionato ci sono modelli adatti alla pesca.

Kayak

Le origini: Per trovare le origini del kayak dobbiamo andare molto a nord e più precisamente nella regione artica tra le popolazioni Inuit tra la Groenlandia e l’Alaska. Per gli Inuit il kayak era quanto di più importante ci fosse e rappresentava il mezzo per la pesca e la caccia ed era la fonte stessa della sopravvivenza di una famiglia. Costruire il suo kayak per un giovane Inuit rappresentava dunque un vero e proprio rito di passaggio che lo rendeva uomo. I kayak erano costituiti di uno scheletro fatto con legno e parti di osso, legati tra loro con tendini animali. Per il rivestimento venivano cucite delle pelli di foca o altri mammiferi marini e poi impermeabilizzati con grasso animale.


La forma. La forma e soprattutto le dimensioni dei moderni kayak è molto varia, un kayak da turismo può avere una lunghezza tra i 2,75 metri e i 4,50. Ma ci sono anche kayak marini che superano i 5 metri. In generale quanto più un kayak è lungo tanto più è veloce, questa è una regola che vale per qualsiasi imbarcazione. La larghezza di un kayak ha anche essa un’importante variabilità da un minimo di 54 cm a un massimo di 76 cm (la larghezza si calcola nel punto più largo, che generalmente corrisponde alla zona centrale del kayak dove trova posto il kayaker)

I kayak sono pontati, cioè coperti, in pratica sono chiusi tranne che nella zona centrale dove si trova il pozzetto in cui si inserisce il kayaker, che resterà seduto all’interno con le gambe sotto la “coperta” e il busto fuori. Senza addentrarci ora in discorsi sulla curva dello scafo o di linee d’acqua possiamo per il momento accontentarci di dire che i Kayak hanno in generale una buona stabilità.

I Kayak hanno anche modo di portare dei carichi, grazie a dei gavoni cui si accede attraverso dei tappi stagni e altro materiale è caricabile sulla coperta con cinghie e reti.

Il tipo di pagaia: I kayak hanno una pagaia a due pale che si trovano alle estremità del manico. Il manico ha una lunghezza che dipende direttamente dalla lunghezza del kayak e dall’altezza del Kayaker. Per cui se il Kayak è lungo dovrà anche la pagaia essere più lunga e se il Kayaker è alto anche questo fattore richiederà la scelta di una pagaia più lunga.

L’uso: In generale i kayak sono adatti per un po’ tutti i tipi di acque. Abbiamo infatti kayak che possono essere usati per turismo e divertimento sia in mare che su laghi e fiumi in acque. Ci sono poi kayak più specifici come i kayak da mare che sono più lunghi per avere maggiore velocità e affrontare le onde e i piccoli kayak per le acque mosse (lunghi di solito poco più o poco meno di 2 metri). Si, avete immaginato giusto sono quelli che usano i temerari che si buttano tra le rapide dei torrenti.

In ambito olimpico i kayak si distinguono in:

K1 olimpico: kayak monoposto

K2 olimpico: kayak biposto

K4 olimpico: kayak a quattro posti

Indicato per: Il Kayak è una canoa piuttosto versatile, utilizzabile dal mare al lago al fiume e le dimensioni lo rendono adatto ad essere trasportato con l’auto e questo significa poterlo portare con sé anche per una vacanza. Se ad esempio viviamo in città può essere utilizzato anche quotidianamente per uscite sul fiume e nel fine settimana, sarà sufficiente portarlo con noi al lago o al mare. Il Kayak è anche adatto al fishing esistono modelli appositamente pensati a questo scopo.  Ciò che è importante è però sempre la sicurezza. Per questa ragione se decidete di fare Kayak dovrete imparare la manovra dell’eskimo. Essendo infatti le gambe all’interno del pozzetto in caso di ribaltamento questa manovra sarà fondamentale per recuperare la posizione.

Polinesiana o Outrigger

Origini Ora andiamo dall’altra parte del mondo, perché la Polinesiana o Outrigger o in polinesiano Va’a è originaria dell’Oceania.  Questo particolare tipo di canoa serviva fin da tempi lontanissimi alle popolazione che vivevano nelle isole del sud est Pacifico a spostarsi tra Samoa, Malesia, Micronesia, Polinesia e altre costellazioni di piccole isole. Le sue radici e la sua storia restano in parte avvolte nel mistero è infatti difficile dire con certezza se sia davvero nata in Polinesia data l’ampia diffusione anche nelle isole dell’Oceano indiano e persino alle Hawaii.  Come venivano costruite? Semplice, scavando dei tronchi, possiamo immaginare che la prima polinesiana fosse esattamente questo un semplice tronco scavato, il primo e più semplice mezzo con cui l’uomo ha iniziato a muoversi sul mare, anzi sull’oceano.

Outrigger canoe

La forma: riconoscere la canoa Polinesiana è facilissimo è quella con il bilanciere, si tratta di un “pattino esterno galleggiante, il cui scopo e di bilanciare lo scafo. Questo deriva dal fatto che queste canoe nascevano per affrontare l’Oceano Pacifico e le sue onde e il bilanciere laterale assicurava una maggiore stabilità. Normalmente il bilanciere è posizionato a sinistra dello scafo in posizione avanzata per lasciare libero lo spazio di pagaiata. Esistono anche polinesiane con due bilancieri.

La pagaia: Per le polinesiane si usa una pagaia monopala

L’uso: Se a dare i natali alla canoa polinesiana è stata l’Oceania a fare di questa canoa uno sport è sono state le Hawaii, dove viene praticata nelle acqua dell’Oceano Pacifico, ma anche nel resto del mondo ha trovato estimatori di questa particolare disciplina, in Europa è sicuramente la Francia la patria del Va’a.

Indicato per: Per veri appassionati del genere

SurfSki

Origini Il Surfski rispetto agli altri tipi di canoa è come un neonato al cospetto di nonnini. Se proprio vogliamo trovare i primi prototipi di surfski possiamo risalire all’inizio del ‘900 e ci troviamo in Australia, dove i fratelli McLaren, ci vollero alcuni decenni perché quel primo modello trovasse la sua applicazione. La straordinaria galleggiabilità, velocità e manovrabilità li fece diventare a partire dagli anni’50 mezzi di salvamento negli oceani. E solo negli ultimi 30 anni hanno visto la loro fortuna nel mondo degli sport in canoa. Il surfski è certamente un enfant prodige e in questi pochi anni ha trovato tanti appassionati in tutto il mondo.

surfski


Forma: I surfski sono anche detti sit on top, vale a dire con seduta esterna o seduta sopra. Il Surfski è l’insieme di uno scafo e una coperta che diventano un tutt’uno, l’atleta trova posto in un pozzetto esterno dove ha le gambe sono libere a differenza di quanto accade nel kayak.  I SurfSki sono piuttosto lunghi, tra i 5 e i 6 metri ma possono arrivare anche a lunghezze maggiori e sono anche particolarmente stretti dai 40 ai 55 cm. Queste dimensioni estreme li rendono molto veloci rispetto agli altri tipi di canoe che abbiamo visto ma anche meno stabili.

Pagaia la pagaia da Surfski è una pagaia con due pale alle estremità, come per i kayak

Uso Il Surfski trova la sua applicazione nel salvamento in mare e in oceano. Ma è diventato una disciplina apprezzata in tutto il mondo, se inizialmente si praticava soprattutto in Australia, Sud Africa, Nuova Zelanda e Hawaii oggi è praticato da i canoisti a tutte le latitudini ed è in continua crescita. Perfetto per mare ma anche per laghi e fiumi (acque piatte) e soprattutto per chi cerca alte prestazioni.

Indicato per: Il Surski è la canoa più moderna e veloce, la scelta per chi vuole divertirsi, gareggiare, provare l’ebrezza del downwind. Richiede una buona dose di equilibrio ed allenamento, diciamo che non è proprio per tutti ma se ci si appassiona è una bella dose di adrenalina. Vantaggi, esclusi i modelli più lunghi è trasportabile sull’auto e non è necessario imparare l’eskimo e questo la rende per certi versi anche più facile e sicura rispetto al kayak.

Surfcruise

Origini Il Surfcruise a dispetto di quanto possa suggerire il suo nome ha invece origini assolutamente italiane. È una canoa la qui storia è recentissima. Presentata al pubblico nel 2017 ha immediatamente destato la curiosità e l’interesse di molti appassionati e della stampa di settore.

surfcruise

Forma Nata dall’esperienza diretta di chi pratica canoa e ricercava uno scafo veloce e leggero, che consentisse di divertirsi sulle onde, di praticare downwind e di percorrere lunghi tragitti. Questa esigenza però non aveva mai trovato riscontro in una canoa che fosse facile e stabile. Il surfcruise ha scafo le cui particolari linee d’acqua sono state progettate per offrire la migliore sintesi tra stabilità primaria, stabilità secondaria e velocità. La stabilità primaria rappresenta la resistenza di un’imbarcazione al rollio e dunque un kayak da mare, in questo caso il surfcruise, con una stabilità primaria maggiore riduce la sensazione di sbilanciamento e perdita di equilibrio. La stabilità secondaria rappresenta invece la resistenza al ribaltamento nel momento in cui la canoa si trova nel massimo punto di sbilanciamento.

Normalmente per ottenere un buon livello di stabilità primaria si ricorre ad un fondo piatto, che però comporta una riduzione della velocità dello scafo e soprattutto della stabilità secondaria. Gli scavi cosiddetti a U o a V tipici dei surfski o delle canoe più veloci tendono invece a perdere stabilità primaria e secondaria in quanto sono estremamente stretti allo scopo di favorirne la velocità. 

Surfcruise per coniugare l’esigenza di velocità e stabilità ha realizzato uno scafo di lunghezza e larghezza da surfski first level, ma per renderlo più veloce e più stabile di questi ha ottimizzato l’opera viva con una particolare curva dello scafo a due fuochi.

Pagaia la pagaia da surfcruise è una pagaia con due pale alle estremità, come per i kayak

Uso Il surfcruise come suggerisce il suo nome la congiunzione del termine surf come surfare sulle onde cioè planare sulle onde e cruise da crociera è perfetto per soddisfare molteplici esigenze, quelle di chi vuole fare touring avendo la comodità di una canoa stabile con ampi gavoni e sit on top ma anche adatta a chi voglia farne un uso sportivo e competitivo.

Indicato per essere alla portata di tutti, di chi non ha mai praticato canoa ma anche adatta ad un canoista esperto ed esigente.

infografica di riassunto sui 4 principali tipi di canoa
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